c:\ d o c u m e n t i \ n u g a e

indietroavanti

 

Un soldato a batteria

 

Un soldato a batteria
col fucile scoppiettante,
appoggiato da una mano
sul selciato incomincia,
lentamente, ad avanzare
verso il centro della strada.

Tra gli sguardi dei passanti
tutti volti alle vetrine
sono solo i piccioni
e le statue severe
a degnarlo d'una occhiata.

"Finalmente! Un'idea!
-Pensa il Grande Condottiero
posto al centro della piazza
che da lui prende il nome.-
Un giocattolo moderno
per la festa del Natale,
un compagno pei bimbi
che non tema mai nessuno:
un eroe a batteria!
Come quelli che guidavo:
una batteria d'eroi!"

Gattonando con il passo
del leopardo il soldato
guarda indietro, guarda avanti.
Sembra proprio che quell'uomo,
quella mano frettolosa,
sia scomparsa; in ritirata.
Non sa credere ai suoi occhi:
quello là che corre svelto
col borsone da viaggio
inseguito a distanza
da quei due vigili urbani?

"Vuoi scommettere grand'uomo,
generale, cavaliere,
sul mio onore di piccione
sulle piume mie d'argento
che quel povero soldato
senza guida, ormai smarrito,
tornerà sicuramente,
con la coda tra le gambe,
al suo punto di partenza?"

"Scommettiamo uccellaccio!
sul mio onore militare,
sulla spada mia di bronzo!
C'è un comando che lo spinge;
uno solo, ma ben chiaro:
avanzare, avanzare!
Ehi signora stia attenta
con quel grosso passeggino!
No! Il cane! Pussa via!
Non provarti, non osare
arrestare la sua marcia!"

Giunto quasi a mezza via
della strana avanscoperta
il soldato pare incerto,
un po' lento il movimento,
poi si ferma e d'improvviso
fa tacere il suo fucile.

"Non arretra e non avanza.
Chi l'ha vinta la scommessa
mio caro generale?"
"È solo scarico, non vale!
-borbottando gli risponde-
E poi guarda: non è fermo,
accidenti! ma è bloccato
da qualcosa che l'intralcia,
da una busta d'immondizia."

Il piccione incuriosito,
saltellando, dalla spada
sguainata dell'illustre
generale spicca il volo
verso il piccolo avamposto.

"Forza sveglia soldatino!
Sull'attenti quando parla
l'Attendente di manovra
dell'illustre Generale!
Ehi mi senti? Dico a te!"

Ma nel chiuso della busta
con i manici strappati
quel soldato a batteria
puntellando col fucile
le pareti svolazzanti
di una tenda militare,
non risponde più a nessuno.

Fa una guardia silenziosa
a dei cocci in terracotta:
una gobba di cammello
una palma rovesciata
delle braccia in mille pezzi
una veste rosso sangue.
I frammenti di un presepe
calpestato tutti i giorni
dalla folla affaccendata.

Natale 1998
Paolo Belardinelli

 

indietroavanti