di
Dario Fo e Franca Rame
DarioFo&FrancaRameNews
Berlusconi nel 1985 aveva solo una rete di televisioni locali che trasmettevano
non contemporaneamente gli stessi programmi. Era una furbata che permetteva di
violare la legge, visto che allora era vietato a soggetti privati di possedere
televisioni nazionali.
Ma
Berlusconi si mette d'accordo con Craxi che gli fa un decreto legge apposta.
E fin qui, lo sapevamo già...
Cosi' Berlusconi ha finalmente tre televisioni
nazionali vere. Ma molti storcono il naso perché, essendo possibili solo
11 reti nazionali, e' un po' anomalo che un solo imprenditore se ne prenda tre.
Non siamo nel Far West che il primo che arriva si prende tutto...
Nel
1994 la Corte Costituzionale con la sentenza 420, stabiliva in difesa del pluralismo,
che un unico soggetto privato non potesse detenere tre reti nazionali, concedendo
un periodo di transizione e rimettendo il problema al legislatore per una soluzione
definitiva entro e non oltre l'agosto 1996. Arriva il 1996, scade nell'indifferenza
generale la decisione della Corte Costituzionale e Berlusconi continua ad avere
tre Tv.
Nel
1997 la legge Maccanico stabiliva che un soggetto non potesse detenere più
di due reti e che, finché non ci fosse stato un "congruo sviluppo"
via satellite e cavo, Rete4 avrebbe potuto continuare a trasmettere via etere,
quest'ultima decisione in palese contrasto con le decisioni della Corte Costituzionale
che aveva deciso per un termine definitivo entro l'agosto 1996.
D'Alema,
una volta diventato capo del governo, decide di risolvere la questione e indice
una gara per l'assegnazione delle concessioni delle reti nazionali.
La
commissione nominata dal Ministero e' presieduta da un avvocato di Mediaset. Berlusconi
si aspetta che finalmente possa detenere legittimamente, con un regolare mandato
dello Stato, le sue tre reti e relative frequenze. Nel luglio 1999 si svolge questa
gara d'appalto, per partecipare si richiedono requisiti spaventosi e sembra chiaro
che nessuno riuscirà a scombinare i giochi.
Invece,
colpo di scena. Arriva un tipo con uno scatolone enorme pieno di documenti e dice:
"Buon giorno sono Francesco Di Stefano di Europa 7, vorrei due reti nazionali,
grazie." Panico! E chi e' questo? E' pazzo? No, non e' pazzo, e' il loro
peggior incubo. Iniziano a mettergli i bastoni tra le ruote: "Le manca il
certificato 3457!" "No e' qui!" "Il modulo 13 bis compilato
in 8 lingue?" "Ne ho due, bastano?" Ma poi trovano la furbata:
"Il bando di gara richiede di avere 12 miliardi di capitale versato per rete,
lei ne ha solo 12, può chiedere una sola Tv."
"Balle!" Risponde
il signor Di Stefano, "dodici miliardi sono per concorrere non per ognuna
delle due frequenze". Ricorre al Tar e poi al Consiglio di Stato e vince.
Insomma alla fine gli devono dare una concessione per una rete nazionale e presto
anche una seconda perché ne ha diritto e a Berlusconi ne tolgono una, non
che la debba chiudere, deve traslocarla sul satellite che ormai e' ricevuto da
18 milioni di italiani.
Ma
a questo Di Stefano non gli vogliono dare proprio niente. Evidentemente lui deve
essere uno che da piccolo lo allenavano ad abbattere i muri con la cerbottana
perché avvia una serie di procedimenti giudiziari spaventosa. Ingiunzioni,
diffide, cause penali, civili, regionali, Commissione Europea. E vince tutti i
ricorsi, tutti gli appelli, tutte le perizie.
E alla fine arriva alla
Corte Costituzionale che nel novembre 2002, sentenza numero 466-2002, ha stabilito
inequivocabilmente che: Retequattro, dal 1 Gennaio 2004 dovrà emigrare
sul satellite le frequenze resesi disponibili dovranno essere assegnate a Di Stefano!
L'avete sentito dire al telegiornale?
Abbiamo
chiesto a Di Stefano come si sentisse in questa storia e ci ha risposto con un
lieve sorriso: "Nonostante siano trascorsi ben nove anni dalla decisione
della Corte Costituzionale, Mediaset continua a detenere e utilizzare appieno
tre reti nazionali su un totale di sette concessioni assegnate sulle undici assegnabili
(comprese quelle Rai). Il fatto che un soggetto, a cui e' stata data una concessione
(in concessione si da' un bene pubblico, in questo caso le frequenze), non riceva
poi materialmente il bene e' un avvenimento che non ha precedenti al mondo.
Nel
luglio 1999 Centro Europa 7 aveva fatto richiesta di due concessioni, una (Europa
7) l'ha ottenuta, per l'altra (7 Plus) c'e' stato un diniego, in quanto non ritenuta
idonea per la mancanza del requisito del Capitale sociale. Una sentenza del Consiglio
di Stato ha riconosciuto esistente il requisito del capitale sociale, per cui
siamo in attesa di una seconda concessione, anche se il Ministro Gasparri prende
tempo.
Nel
frattempo Centro Europa 7 per iniziare le trasmissioni, si e' dotata di una struttura
di oltre 20.000 mq, di otto grandi studi di registrazione per le proprie eventuali
produzioni, di una library di oltre 3000 ore di programmi e di tutto ciò
che e' necessario per una rete televisiva nazionale con 700 dipendenti.
Questa
preparazione e' stata necessaria poiché la legge stabilisce che, entro
sei mesi dall'ottenimento della concessione, la neo-emittente ha l'obbligo di
iniziare le trasmissioni. Attualmente Centro Europa 7 e' una società praticamente
ferma, non ha alcun introito, poiché non e' stata messa in condizione di
operare, ma ha avuto, e continua ad avere, pesanti oneri per la gestione della
struttura, l'adeguamento della library, l'adeguamento tecnologico, le ingenti
spese legali, i costi dei dipendenti..."
Ma
ora altro colpo di scena: Gasparri si sta muovendo per salvare Rete4. Il D.D.L.
Gasparri, art. 20 comma 5 e art. 23 comma 1, realizza in pratica un condono, riconoscendo
il diritto di trasmettere a "soggetti privi di titolo" che occupano
frequenze in virtù di provvedimenti temporanei, discriminando cosi' le
imprese come Europa 7 che hanno legittima concessione, il tutto sempre al fine
di salvaguardare Retequattro.
Infatti,
quest'ultima potrà continuare a trasmettere, in barba alla sentenza del
'94 e del 2002 della Corte Costituzionale e della legge 249/97, pur non avendo
ormai da quasi quattro anni la concessione, mentre Europa 7 non potrà mai
trasmettere, dimenticando che nel luglio 1999 c'e' stata una regolare gara dello
Stato per assegnare le concessioni, gara persa da Retequattro e vinta da Europa
7.
Si
realizza quindi un ennesimo gravissimo stravolgimento del diritto. In pratica,
chi ha perso la gara (Retequattro) può continuare tranquillamente a trasmettere,
e chi l'ha vinta (Europa 7), perde definitivamente tale diritto. Non vi sembra
straordinario?
Travolti da un miracoloso afflato civico, i deputati del
Polo bocciano alla Camera dei Deputati il decreto Gasparri proprio laddove vuol
tagliare la gola a Europa 7. E' chiaro che le urla di Berlusconi di questi giorni
sono anche per ricompattare i suoi, che se lo mollano adesso... Ora bisogna vedere
cosa fa il Senato... e poi la legge deve tornare alla Camera...
E
poi bisogna vedere se Ciampi la firma una legge del genere. Saremmo all'oltraggio
definitivo del concetto stesso di stato di diritto. Un conto e' fare una legge
per non finire in galera, un conto e' fare una legge per prendersi qualche cosa
che appartiene a un altro. Si comincia cosi' e poi si pretende il Jus Primae Noctis.
Quindi,
cara cittadina, caro cittadino, sappi che in questo momento si sta giocando una
partita incredibile. Se questa legge passa quel che e' tuo e' suo. Vedi tu se
riesci a far girare questa mail. Che secondo me anche solo se si sa in Internet
un po' li rende
nervosi... Che poi casomai gli viene di fare un altro passo
falso... Che internet non conta niente in borsa ma siamo comunque una decina di
milioni...
DarioFo&FrancaRameNews