da
Il Corriere della Sera del 29 settembre 2005
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Silvio
Berlusconi (Eidon) |
MILANO
- Il caso clinico senza precedenti, appena pubblicato
sulla rivista scientifica internazionale «Cortex» dai neuro-psicologi
Sara Mondini, dellUniversità di Padova, e Carlo Semenza, dellUniversità
di Trieste, fornisce una prova biologica di quanto da tempo sociologi, psicologi
sociali, politologi ed esperti di comunicazioni di massa avevano sospettato, cioè
che il bombardamento ripetuto di certe immagini a mezzo stampa e televisione incide
qualcosa di profondo e speciale nel nostro cervello.
Detto
in modo molto succinto, il caso di V. Z., casalinga italiana di 66 anni, testata
ripetutamente da Mondini e Semenza per anni, mostra che una lesione cerebrale
specifica può gravemente compromettere la nostra capacità di riconoscere
oggetti in genere e volti umani in genere, ma non la capacità di riconoscere
Silvio Berlusconi. E come se il volto del premier fosse stato inciso nel
cervello in un suo canale particolare, in un formato speciale, diverso da quello
ordinario degli oggetti e da quello pure ordinario, ma separato, dei volti.
La
tranquilla paziente V. Z., destinata adesso a diventare internazionalmente
famosa, è affetta da un caso raro di deterioramento progressivo dellarea
cerebrale chiamata, in gergo neurologico, lobo temporale mesiale, con conseguente
atrofia di questa zona in ambedue i lati del cervello, ma più pronunciata
nellemisfero destro, quello soprattutto deputato allelaborazione delle
immagini. Parla normalmente e appropriatamente, ma ha difetti di memoria ed è
incapace di riconoscere perfino il volto del marito e dei più stretti familiari.
Inoltre,
portata in un supermercato con una lista di cose da acquistare scritta da
lei stessa, legge correttamente, poniamo, le parole «cipolle» e «mele»,
ma non sa a cosa corrispondono sui banconi. La batteria di test psicologici somministrata
a V. Z. da Mondini e Semenza è molto nutrita e i risultati sono minuziosamente
riportati da loro nellarticolo su «Cortex».
La
sua percezione dello spazio e delle distanze è sostanzialmente normale,
ma le cose si mettono al peggio quando V. Z. deve decidere, in base a foto e disegni,
quali animali sono reali e quali chimerici, e di quali animali si tratta. Distingue
abbastanza correttamente foto di animali da foto di oggetti, ma poi tutto si ferma
lì. Non riesce a dire niente di appropriato sui singoli esemplari mostrati.
Mondini e Semenza le hanno anche mostrato molte foto e ritratti di persone famose
(compreso un ritratto di Napoleone), chiedendo se sapeva chi erano. Niente. Una
sola foto ha dato un netto risultato, quella, appunto, di Silvio Berlusconi. Le
informazioni subito offerte da V. Z. in relazione alla foto erano corrette «Un
uomo molto ricco, che possiede stazioni televisive e ha successo in politica».
Si
noti che lepisodio avveniva nel 2001, in piena campagna elettorale.
Però sei mesi dopo V. Z. ancora riconosceva Berlusconi, a dispetto di un
ulteriore peggioramento del suo stato neurologico, e a dispetto della sua totale
incapacità di riconoscere foto del marito, della figlia, dei vicini di
casa e di una certa difficoltà perfino a identificarli di persona. Questo
sbalorditivo dato era, occorre precisare, del tutto inaspettato. Mondini e Semenza,
messi su una nuova pista, hanno, con grande pazienza, cercato di trovare altre
immagini che potessero emergere, come il volto di Berlusconi, dal grigio magma
di non-riconoscimento della povera paziente. E ne hanno infine trovata unaltra:
la foto del Papa (Wojtyla). Un successo solo parziale, però, perché
V. Z. non sapeva dare alcuna informazione, oltre al fatto che si trattava del
Papa, né distingueva tra (lallora) Papa e i Papi del passato. Inoltre,
il riconoscimento non sussisteva più se si toglievano dalla foto i paramenti
papali.
La
sola altra vera, stabile, eccezione era limmagine di Cristo in croce.
Come interpretare, neurologicamente e psicologicamente, questo dato? Riesaminando
i casi pubblicati e chiedendo personalmente ai colleghi italiani e stranieri,
Mondini e Semenza hanno stabilito che altri casi simili, ma molto meno netti,
e causati da lesioni cerebrali meno estese di quella di V. Z., erano stati osservati,
ma mai pubblicati (in particolare un paziente inglese che riconosceva bene Margaret
Thatcher, ma pochissimi altri personaggi famosi).
La
loro conclusione è che esiste un canale di riconoscimento e di memorizzazione
«iconico», distinto da quello per gli oggetti in genere e distinto
da quello, notoriamente separato e specializzato, per i volti. Semenza mi dice
che si tratta di «una corsia preferenziale». Informazioni visive collaterali
vengono strettamente associate a un volto (i paramenti papali, la croce, la corona
di spine) e questo compatto insieme di informazioni sopravvive al deterioramento
degli altri due canali.
Resta
piuttosto problematico capire quali tratti visivi speciali si accompagnino
allimmagine di Berlusconi. Forse non si tratta di qualcosa di visivo, ma,
per esempio, della voce. Questa è solo unipotesi, i dati non la confermano
né la smentiscono. Semenza mi dice: «Il merito di questo caso è
anche quello di avere posto allattenzione dei clinici quanto possa essere
importante studiare i casi gravi in cui pochissima informazione di un certo tipo
è risparmiata.
Nonostante
casi simili fossero segnalati in modo aneddotico, nessuno si era mai impegnato
a studiarli con un minimo di metodo sperimentale». Nemmeno Orwell aveva
sospettato che esistesse una corsia neuronale preferenziale per riconoscere subito
«il Grande Fratello».
Massimo Piattelli Palmarini
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«How Berlusconi keeps his face: a neuropsychological study in a case
of semantic dementia»
di Sara Mondini and Carlo Semenza
L'articolo
è stato pubblicato on line il 26 settembre 2005 line sulla rivista scientifica
"Cortex" (http://www.cortex-online.org/)
Abstract:
A patient (V.Z.) is described as being affected by progressive bilateral atrophy
of the mesial temporal lobes resulting in semantic dementia. Vis-à-vis
virtually nil recognition of even the most familiar faces (including those of
her closest relatives) as well as of objects and animals, V.Z. could nevertheless
consistently recognize and name the face of Silvio Berlusconi, the mass media
tycoon and current Italian Prime Minister. The experimental investigation led
to the conclusion that Mr Berlusconis face was seen as an icon rather than
as a face. This telling effect of Mr Berlusconis pervasive propaganda constitutes
an unprecedented case in the neuropsychological literature.